Scheda realizzata da Sistema Museo, la società cooperativa che dal 1990 fornisce servizi per la gestione e la valorizzazione dei beni culturali
Deruta è nota in tutto il mondo per le sue maioliche artistiche. Nel centro storico del borgo, nelle sale del trecentesco convento di San Francesco, si trova il più antico museo italiano per la ceramica istituito nel 1898, dove sono conservate oltre 6000 opere: dai pezzi delle ceramiche arcaiche di fine XIII secolo alle collezioni del ‘900.
Dal 2013 è possibile visitare anche l’Area Archeologica delle Fornaci di San Salvatore collegata al Museo attraverso un tunnel sotterraneo. Le antiche fornaci, situate in prossimità delle mura castellane dove un tempo si trovava la Chiesa di San Salvatore (oggi andata distrutta), sono tornate alla luce nel 2008 grazie a un fortuito ritrovamento in occasione dei lavori per la costruzione di un parcheggio pubblico nella zona, che un tempo, era di pertinenza degli orti dell’edificio ecclesiastico, nel Centro Storico di Deruta.
Lo scavo archeologico ha riportato alla luce una serie di strutture, di cui si sono conservate solo le camere di combustione e i rispettivi ingressi, databili tra la fine del 1300 e gli inizi del 1700 e ha permesso di recuperare un numero consistente di reperti in maiolica, in ceramica ingobbiata e graffita e di terrecotte invetriate.
Due gli impianti produttivi: il più antico, databile tra la fine del XIV secolo e la prima metà del XV secolo, è costituito da due fornaci realizzate “contro-terra” con rivestimento in mattoni legati con argilla; su tutte le pareti della camera di combustione sono visibili tracce di colatura dovute probabilmente alle temperature eccessivamente alte che ne hanno determinato il collasso. In queste due fornaci sono stati rinvenuti frammenti di ceramica del tipo “ingobbiata e graffita” e dello “stile severo”.
L’impianto di produzione per la ceramica rinascimentale doveva essere molto articolato e complesso, fu attivo a partire dalla metà del XV secolo fino agli inizi del XVIII secolo ed è costituito da vari ambienti collegati tra loro, con al centro due fornaci, una vasca per la decantazione dell’argilla e i resti di un forno fusorio. L’attività principale era svolta da una grande fornace in mattoni di forma circolare, realizzata “contro-terra” e rivestita in mattoni legati con l’argilla. All’interno sono stati ritrovati pezzi di ceramiche rinascimentali e in stile compendiario.
La più piccola delle due fornaci, di forma quadrata, è posizionata a una quota più alta rispetto alla principale ed è, probabilmente, una fornace per la produzione della ceramica a “lustro” cioè per il terzo fuoco che permetteva di ottenere iridescenze dorate o rosso rubino per cui Deruta divenne famosa nel’500.